.

Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

mercoledì 23 marzo 2011

Dona il tuo 5 x mille a InHoltre

Anche quest'anno è possibile devolvere il 5 x mille della propria dichiarazione dei redditi, attraverso CUD, 730 e UNICO. Apponi la tua firma sulla dichiarazione nel posto riservato al "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale". Indica nella stessa casella il nostro codice fiscale:

92049250803


Firmare per la destinazione del 5 x mille dell' IRPEF non costa nulla ma dà una grossa opportunità alla nostra associazione per investire delle risorse per il coinvolgimento e la socializzazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Donaci il tuo 5 x mille,
 avrai 5000 grazie
da InHoltre

Uscito il rapporto Osservasalute 2010

Lo studio ha permesso di mettere in evidenza e di quantificare il gap esistente tra le famiglie in cui è presente un soggetto con disabilità in termini di capacità reddituali. Anche le differenze tra regione e regione sono notevoli
Il documento, riferito all'anno 2010 è stato redatto dal dott. Alessandro Solipaca, dal dott. Fernando Di Nicola, dalla dott.ssa Federica Mancini, dal dott. Aldo Rosano
Contesto
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescente attenzione alle realtà legate alla disabilità ed all'integrazione sociale delle persone con disabilità; la recente ratifica della convenzione sui diritti delle persone con disabilità (Legge n. 18/2009) ne è l'esempio più qualificante. Nel nostro Paese sono però ancora insufficienti gli interventi attivi finalizzati a favorire l'integrazione delle persone con disabilità nella società, sia a fornire sostegno alle persone o alle famiglie sotto forma di aiuti economici o di servizi.
"I fattori di disagio delle famiglie si traducono, molto spesso, in difficoltà di tipo economico derivanti sia dalle effettive capacità di produrre reddito all'interno della famiglia, sia dalle diverse esigenze economiche necessarie per far fronte a maggiori spese. Pertanto, la presenza di una persona con disabilità in una famiglia può rappresentare un forte disagio economico sia in termini di produzione del reddito legata alla difficile conciliazione delle esigenze lavorative con le attività di cura e di assistenza alla persona disabile, che in termini di risorse monetarie necessarie per le attività della vita quotidiana, ad esempio per le cure domestiche, i trasporti, l'assistenza sanitaria etc.." si legge nel rapporto.
Nel lavoro vengono valutate le maggiori esigenze economiche necessarie per far fronte ai numerosi bisogni legati alla condizione di disabilità. L'obiettivo del lavoro è di individuare un metodo per quantificare, per ciascuna regione, il reddito aggiuntivo necessario alle famiglie in cui sono presenti soggetti disabili, tenuto conto della dimensione della famiglia, per garantirsi la medesima soddisfazione dei propri bisogni, sia di carattere primario sia voluttuario. A tal fine, si propone di utilizzare il metodo delle stime delle scale di equivalenza utilizzando un database dell'Istituto Nazionale di Statistica (Istat) relativo al progetto Statistics on Income and Living Conditions - Regolamento del Parlamento europeo (EU-SILC)1 - riferita alle condizioni di vita nell'anno 2006. La varietà delle informazioni contenute nel database consente di poter individuare i soggetti con disabilità ed, inoltre, rende disponibili un set di indicatori relativi alla condizione economica, sia in termini di capacità di spesa sia in termini monetari.
Materiali e Metodi

L'indagine è stata condotta su un campione di circa 21.000 famiglie (per un totale di circa 55.000 individui) distribuite in circa 800 comuni di diversa ampiezza demografica. Per le finalità dello studio le famiglie sono state divise in 2 gruppi: quelle al cui interno vive almeno una persona con disabilità e quelle nelle quali nessun componente ha problemi di disabilità.

Alle famiglie sono stati posti diversi quesiti tesi ad indagare le difficoltà delle famiglie nel sostenere spese ordinarie (affitto, mutuo etc.) ed alcune spese straordinarie (debiti contratti, vacanze, imprevisti).

Alcuni Risultati
Le famiglie al cui interno vive almeno una persona con disabilità sono circa 3 milioni e 100 mila, pari al 13,0% del totale delle famiglie. La quota maggiore di famiglie interessate dal problema della disabilità si colloca nel Mezzogiorno, il 15,4% nelle regioni del Sud ed il 16,0% nelle Isole. Seguono le regioni del Nord- Est e del Centro con percentuali intorno al 14,0%. Nel Nord-Ovest la percentuale si attesta a poco meno del 10,0%. L'analisi delle condizioni economiche del totale delle famiglie mette in evidenza che quelle con almeno una persona con disabilità presentano un sensibile svantaggio rispetto al resto delle famiglie.
Conclusioni
Nelle conclusioni del documento si legge "Lo studio ha permesso di mettere in evidenza e di quantificare il gap esistente tra le famiglie in cui è presente un soggetto disabile in termini di capacità reddituali. Tale gap è mediamente pari al 67,0% a livello nazionale, ma le differenze regionali sono notevoli: si va da oltre il 200,0% della Basilicata a poco più del 20,0% del Friuli Venezia Giulia.Misure per contrastare questo divario sono ineludibili, includendo sostegni al reddito che integrino quelli esistenti, di cui nel nostro studio già si tiene conto. Per questo si è provato ad ideare e simulare un intervento integrativo di sostegno, che al costo di 3,76 miliardi consentirebbe un sostegno più significativo per i nuclei con disabili a più basso tenore di vita, all'interno di un approccio di compensazione del gap come quello da noi seguito".
21/03/2011

Tratto da

venerdì 11 marzo 2011

La vittoria

Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere. In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro… ciascuno di loro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: “Adesso stai meglio?” Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che: La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.
“Una candela non ci perde niente nell’accendere un’altra candela”

Corso di formazione

CENTRO SERVIZI AL VOLONTARIATO                        
DEI DUE MARI   
REGGIO CALABRIA
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO
INHOLTRE
LAZZARO (RC)
  


Inizia il 29 dicembre 2010  il corso di formazione



Form…AZIONE: CONOSCERSI, RICONOSCERSI, SUPERARSI




Presso i locali del



CENTRO SOCIALE “PAOLO CAPUA”

LAZZARO (RC)


Giornata Internazionale del Volontariato: il messaggio del Presidente Napolitano

Domenica 5 dicembre,
Giornata internazionale del volontariato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto diffondere un messaggio al mondo del volontariato e della solidarietà: un importantissimo e prezioso segnale, tra l’altro, sulla necessità che il volontariato sia sostenuto anche economicamente.
Un chiaro ed evidente segnale alle difficoltà di questi giorni e ai tagli al 5 per mille, al servizio civile e ai fondi per servizi ed interventi sociali, oltre che una gradita risposta alla richiesta che CSVnet insieme al Forum del terzo settore, Convol e Consulta Volontariato aveva mandato nei giorni scorsi e alle migliaia di fax delle associazioni che hanno risposto al comune appello.

Di seguito l’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano":

"In occasione della giornata internazionale del volontariato intendo rinnovare il mio profondo apprezzamento, a nome della Nazione e delle Istituzioni Repubblicane, per il ruolo insostituibile del volontariato e del terzo settore come punti di riferimento e protagonisti attivi della nostra
società civile.

Un anno fa abbiamo celebrato insieme, al Quirinale, le tappe fondamentali del volontariato italiano, fenomeno straordinariamente vasto, vario e ricco, e ho concluso l’incontro ribadendo che il volontariato è una linfa vitale della nostra convivenza e costituisce un elemento caratterizzante e distintivo della qualità della nostra democrazia.
Come evidenziato anche nel Piano Italia 2011 -il documento di indirizzo per l’anno europeo per il volontariato che si celebra l’anno prossimo- il volontariato si esprime attraverso la promozione del rapporto solidale fra le
generazioni, il sostegno agli strati emarginati della popolazione, l’impegno per realizzare percorsi di integrazione e comprensione reciproca in un’epoca di
grandi flussi migratori.

Abbiamo bisogno di questa grande scuola di solidarietà che generosamente produce azioni, pratiche quotidiane e progetti  i quali rappresentano un contributo essenziale per la creazione di un diffuso capitale sociale. 
Proprio in questo momento di particolari difficoltà conomiche è di fondamentale importanza sostenere il mondo del volontariato, anche garantendo le risorse necessarie a tener fede alla sua insostituibile missione
riconosciuta da milioni di cittadini."

Roma, 5 dicembre 2010

 Giorgio Napolitano

Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite.
Secondo quanto riportato dalla “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, il fine da perseguire dovrebbe essere quello di proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo, promuovendo la loro effettiva partecipazione ed inclusione all’interno della società. 
Ma, con coscienza, oggi è possibile affermare che il nostro Paese nella realtà adotta tutte le misure appropriate per garantire i diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU? Possiamo forse negare o dubitare che le persone con disabilità ancora oggi continuano ad incontrare barriere nella loro partecipazione come membri eguali della società e violazioni dei loro diritti umani?
Risale a qualche settimana fa la manifestazione “Nei diritti di ognuno il futuro di un’intera comunità”, che ha riunito il terzo settore della provincia di Reggio Calabria al fine di portare in primo piano lo stato di gravissima crisi in cui versa il mondo del sociale e dei servizi alla persona. Si è trattato di un grido di allarme che ha cercato di abbattere il muro del silenzio di una politica che, da un lato, concede come favore personale ciò che invece è dovuto come diritto e, dall’altro lato, opera tagli che portano a sistematici ritardi nel pagamento degli operatori sociali e al continuo abbattimento di risorse che sono già di per sé esigue, mettendo a rischio l’esistenza di importanti servizi sociali che operano per il sostegno, la cura e la riabilitazione di persone che presentano speciali bisogni. Diritti che vengono violati non solo nel campo dell’assistenza sociale, bensì anche in quello dell’assistenza scolastica. Si tratta di un danno esistenziale, che viola il fondamentale diritto delle persone con disabilità all’istruzione, ledendo valori garantiti e protetti dalla Costituzione. Questi e molti altri diritti vengono quotidianamente violati nel momento in cui la disabilità entra nel sociale, nel mondo della scuola, nel mondo del lavoro o si scontra con le barriere architettoniche.
Giornate come il 3 dicembre non sono la bacchetta magica che trasforma in realtà quello che per ora è “solo” un sogno: quello di vivere in comunità e città a misura di persona, di ogni persona. Comunità e città per tutti. Ma Giornate come questa contribuiscono almeno a rialzare il livello di attenzione e a ricordare che un impegno ancora più profondo deve essere profuso al fine di abbattere la cultura dell’indifferenza e della discriminazione che tutt’oggi esiste, sensibilizzando la cittadinanza alle tematiche della disabilità.
Giornate come questa ci aiutano a porre al centro la dignità, l’autonomia, l’indipendenza, la libertà di scelta, la partecipazione e l’inclusione sociale, il rispetto e la valorizzazione delle differenze e la disabilità come parte della diversità umana. E ci danno l’opportunità di affermare ancora una volta, citando la Convenzione ONU, che la disabilità è un concetto dinamico e in evoluzione, il risultato dell’interazione tra minorazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di parità con gli altri.
In questo senso con fiducia si guarda alla giornata sui diritti delle persone con disabilità, in quanto tentativo di suscitare e di promuovere, attraverso eventi e manifestazioni, una riflessione più profonda ed una presa di coscienza maggiore da parte della collettività circa le difficoltà incontrate dalle persone con disabilità, procedendo verso il superamento delle barriere culturali per giungere ad una efficace inclusione sociale.
Rete tematica DISABILITA’
Costituita presso il Centro Servizi al Volontariato dei Due Mari di Reggio Calabria

Nessuno escluso mai!

NEI
DIRITTI DI OGNUNO
IL FUTURO DI UN’INTERA COMUNITA’
Un evento storico doveva essere e un
evento storico è stato.
Le più rosee aspettative degli organizzatori sono state ampiamente
rispettate e così questa mattina il Corso Garibaldi di Reggio Calabria, in una
giornata dal cielo plumbeo e minaccioso, si è trasformato in un tripudio di
colori, un arcobaleno di suoni e inni pacifici che hanno contraddistinto la
manifestazione organizzata dal Coordinamento del Terzo Settore dal titolo NEI DIRITTI DI OGNUNO IL FUTURO DI
UN’INTERA COMUNITA’
Il corteo che si è snodato da Piazza De Nava fino
al piazzale antistante il Teatro Comunale “F. Cilea” e il Palazzo San Giorgio
 è stato un
corteo pacifico e ben organizzato ed ha visto la presenza di oltre mille
partecipanti (i dati ufficiali parlano di circa 1200 presenze) che attraverso
canti, sloagan e battimani hanno fatto sentire la voce di chi, a causa di
scelte politiche alquanto discutibili, vede la propria dignità di fortemente minata
e a rischio.
Il popolo del Terzo Settore, come da promesse fatte
nella fase di presentazione della manifestazione, ha voluto far partecipe tutta
la cittadinanza del rischio
, per tutti, di non avere più,  da
qui a breve, i più fondamentali servizi alla persona, di non poter più offrire
un tetto e un pasto caldo ai chi vive situazioni di forte disagio. I lavoratori
del sociale, che ancora oggi nonostante ritardi enormi nel ricevere il proprio
stipendio puntualmente e con forte senso di rispetto dei valori più alti del
vivere civile, ogni giorno iniziano il loro servizio in modo serio e
responsabile, si sono uniti assieme ai familiari e agli ospiti delle varie
strutture per comunicare il loro disagio via via crescente di fronte al quale
in molti fino ad oggi hanno fatto orecchie da mercante.
Erano oltre 150 le associazioni ed enti vari ad
aver dato la propria adesione e tutte insieme si sono riconosciute nelle parole
di Luciano Squillaci
, portavoce del Coordinamento, che nel chiudere la
simbolica marcia nel cuore della Città ha prestato la propria voce e le proprie
emozioni a tutti coloro che rappresentano la concreta possibilità di dare
supporto agli ultimi della società, a coloro che vengono interpellati solo in
prossimità di una tornata elettorale. “Oggi
siamo qui per dimostrare che il terzo settore della nostra provincia è vivo e
vuole continuare a vivere – 
esordisce – siamo qui in difesa dei nostri diritti di cittadini che
mettono al servizio della società le proprie esperienze di vita, la propria
professionalità, il proprio stile di vita votato al servizio; ma siamo qui
anche per promettere impegno! L’impegno che inizia già domani. Se non vogliamo
che questa giornata non venga ricordata soltanto come una bella passeggiata,
fin da domani dovremo entrare nelle stanze e nei palazzi dove vengono fatte
scelte importanti convinti di rappresentare, con un’unica voce, un popolo che
oggi sta rivendicando il diritto di esistere!”.

4,1 milioni di persone disabili in Italia: i dati del Censis. Ma per l’Istat sono 2,6 milioni

Presentato il Rapporto Censis-Fondazione Serono sull’immagine della disabilità: prevale una percezione sociale lacunosa, i più pensano solo a limitazioni del movimento. Il 54,6% prova paura per l’eventualità di trovarsi un giorno nella condizione. Gli italiani disabili rappresentano il 6,7% della popolazione. Per l’Istat sono il 4,8%
ROMA – Sono 4,1 milioni le persone disabili che vivono in Italia, secondo le stime del Censis e della Fondazione Cesare Serono, pari al 6,7% della popolazione. Il Centro studi investimenti sociali lo rende noto e il dato è frutto della rilevazione a campione effettuata telefonicamente su 1500 persone. Un dato che supera non di poco quello diffuso dall’Istat a maggio scorso: secondo l’Istituto di statistica i disabili in Italia sono 2,6 milioni, pari al 4,8 % della popolazione, numero riferito al 2004, in base all’analisi multiscopo sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", integrata con i dati dell’indagine sui "Presidi residenziali socio-assistenziali", che fa riferimento alle persone di età superiore ai 6 anni."Le disabilità tra immagini, esperienze e emotività" è il titolo del primo rapporto di ricerca che il Censis dedica all’argomento. Prese a riferimento le conoscenze su quattro tipologie di disabilità collegate a sindrome di Down, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e autismo. Il primo pensiero di fronte a una persona, giovane o adulta, con disabilità motoria? Potrebbe aver avuto un incidente  per il 68,7% del campione, una malattia dalla nascita per il 14,2%, potrebbe aver contratto una malattia neurologica in età adulta per l’11,1%. Una percezione lacunosa e distorta, avverte il Censis. "Sebbene gli incidenti rappresentino una causa frequente di disabilità, il fatto che solo un italiano su dieci pensa a patologie neurologiche (come la sclerosi multipla, l’ictus o la malattia di Parkinson), che invece hanno un peso rilevante nel determinare la disabilità nelle fasce d’età giovanili e adulte, è sintomo di una percezione riduttiva e deformata". La maggioranza degli italiani ha una immagine della disabilità esclusivamente in termini di limitazione del movimento (62,9%), il 15,9% pensa a una disabilità intellettiva (il ritardo mentale o la demenza), il 2,9% a una disabilità sensoriale (sordità o cecità), mentre il 18,4% associa il concetto a un deficit plurimo, combinazione di due o più disabilità. Le persone disabili suscitano in gran parte degli italiani sentimenti positivi, solidarietà (per il 91,3%), ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), desiderio di rendersi utili (82,7%). La metà del campione (50,8%) afferma di provare tranquillità, di fronte a una situazione ritenuta ‘normale’. Ma sono diffusi anche sentimenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l’eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Poi c’è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani afferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca minimamente. (Elisabetta Proietti)
(20 ottobre 2010)

Giornata nazionale dello sport paralimpico: festa in 13 città

Si tiene il 14 ottobre la quinta edizione dell’appuntamento che coinvolge 35 mila ragazzi delle scuole elementari e medie. Sport nella versione adattata per disabili, con dimostrazioni, esibizioni e la possibilità per tutti di provarsi in una delle discipline proposte. A Roma appuntamento alle Terme di Caracalla con Maria Grazia Cucinotta e Alexia
ROMA – Fa le cose in grande, ogni anno di più, la Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, evento promozionale di punta per il Comitato Italiano Paralimpico, realizzato grazie ad Enel Cuore Onlus, che ormai festeggia il lustro, e per tradizione si tiene ad ottobre. L’edizione 2010, che coinvolgerà circa 35.000 studenti delle scuole italiane, vedrà la partecipazione, in contemporanea giovedì 14 ottobre, di 13 città italiane, due in più rispetto al 2009: Genova, Torino, Avellino, Varese, Vicenza, Reggio Emilia, Lecce, Spoleto, Messina, Cagliari, Firenze e Campobasso. Oltre a Roma, naturalmente, dove, presso lo Stadio delle Terme di Caracalla, madrina d’eccezione sarà l’attrice Maria Grazia Cucinotta, presentatrice l’ex miss Italia Tania Zamparo, volto del TG sportivo di SKY, e ospite la cantante Alexia, che proporrà il suo pezzo "Grande Coraggio", colonna sonora della Giornata in tutte le città d’Italia. Si farà sport nella versione adattata per disabili, con dimostrazioni, esibizioni, la possibilità per tutti di provarsi in una delle discipline proposte: calcio a 5, torball, equitazione, danza sportiva, rowing, tennistavolo, arrampicata, tiro con l’arco.
"Crediamo in uno sport che sappia esaltare le abilità di ognuno di noi, che valorizzi ogni essere umano, che annulli ogni differenza", ha detto Luca Pancalli per l’occasione. E ancora: "Questa manifestazione non ha record da abbattere: si scende in gara per arrivare a pari merito".Saranno presenti anche le telecamere di SKY Sport24, giovedì allo Stadio di Caracalla, che trasmetteranno in diretta l’evento sul canale 200 (dalle ore 9 alle 13), e la stessa Giornata sarà il tema della rubrica di Fabrizio Macchi, in onda sempre su Sky Sport24 a partire dalle 22 del 14 ottobre stesso (in replica venerdì alle ore 10). Intanto,venerdì 8 ottobre è la data fissata per la presentazione alla stampa, presso il Salone d’Onore del CONI con inizio alle 11.30 e alla presenza del Sottosegretario Rocco Crimi, di Luca Pancalli, di Giovanni Petrucci, Presidente CONI, di Paolo Iammatteo, Consigliere Enel Cuore, di Isabella Rauti, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, di Cecilia Camellini, testimonial nazionale della Giornata ed Annalisa Minetti, atleta paralimpica. Moderatore Giovanni Bruno, giornalista di Sky Sport. Il video della giornata è disponibile cliccando sull’apposito banner, in homepage del sito www.comitatoparalimpico.it. (a cura del Cip)

D, come Disabilità, Discriminazione, Dramma

Discriminazione e dramma. Sono questi gli elementi delle due più importanti notizie sulla disabilità di questa estate. La discriminazione subita da una giovane persona con sindrome di Down a cui è stato rifiutato un giro su una giostra di Gardaland. Il dramma di una signora con una disabilità fisica che nel bolognese subisce una rapina e un tentativo di violenza sessuale. Il dramma di una madre francese che uccide la figlia di otto anni con disabilità motoria e intellettiva e poi tenta di suicidarsi, dopo essere stata abbandonata dal marito alla nascita della bambina e aver lasciato il lavoro per occuparsene.
Siamo alle solite. La discriminazione, il sopruso e l’abbandono in cui vengono lasciate le persone con disabilità e le loro famiglie non hanno proprio nessun confine. I commenti sui vari siti web attorno alle notizie ne sono un’ulteriore dimostrazione. Particolarmente sconcertante è stato quello sul sito del quotidiano francese Liberation. A commento del caso della madre francese, un lettore sostiene che il suo gesto "è soprattutto un atto d’amore. Perché lasciar vivere una persona che normalmente non dovrebbe vivere?". La domanda non merita alcuna risposta, tanto si fa beffe di un autentico dramma familiare che molti genitori di figli con disabilità conoscono, lasciati troppo spesso, quasi dovunque, nelle loro solitudini, nella loro disperazione e nella concreta gestione quotidiana. È il solito modo di negare la disabilità. Filosofeggiare per eliminare l’idea che la disabilità sia parte del nostro mondo sulle spalle della concreta esistenza di persone considerate "indegne di vivere", dicevano i nazisti.
Tratto dal blog di Matteo Schianchi
Matteo Schianchi (1972), laureato in storia contemporanea, studia storia sociale della disabilità all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Svolge attività di ricerca storica e lavora come traduttore di saggistica. E’ autore di La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà, Feltrinelli, 2009. Ha partecipato agli Europei e Mondiali di nuoto con la nazionale italiana di sport disabili.

Fiera Campionaria dello Jonio-Lazzaro dal 20 al 29 agosto

InHoltre è presente alla
Fiera Campionaria dello Jonio
con uno stand di sensibilizzazione, con i lavori
 e "LE BOMBONIERE SOLIDALI"
realizzati dai nostri ragazzi.
Venite a visitare lo stand

Tratto da SuperAbile – Calabria

"Solidarietà e disabilità in piazza" a Lazzaro, con la ballerina Simona Atzori

L’iniziativa, in programma per il 4 agosto, è organizzata dall’associazione di volontariato Inholtre, attiva sul territorio dal 2006 nell’ambito della disabilità psicofisica. Saranno raccolti fondi per le attività della onlus
REGGIO CALABRIA – Si terrà stasera a Lazzaro (Reggio Calabria) la manifestazione "Serata di solidarietà-disabilità in piazza", organizzata dall’associazione di volontariato Inholtre, attiva sul territorio dal 2006 nell’ambito della disabilità psicofisica. Anche quest’anno, all’insegna della solidarietà e della riflessione ma anche della socializzazione e del divertimento, l’evento si svolgerà a partire dalle 21 in piazzale Zagarella. Protagonista della serata sarà Simona Atzori, ballerina priva di arti superiori: la sua presenza sarà una testimonianza di come una persona con disabilità sia portatrice di straordinarie capacità nella vita quotidiana e negli ambiti sportivi ed artistici. Finalità della serata è la sensibilizzazione sul tema della disabilità: ciò, in modo da poter condividere, la splendida avventura messa in campo da Inholtre con persone motivate che vogliono abbattere tutte le barriere, specialmente quelle culturali che considerano la disabilità un limite e non una risorsa.
Altra finalità della manifestazione sarà la raccolta fondi per le attività della onlus nata nel 2006; iniziative tra cui si ricordano i progetti "Incontro", ovvero il coinvolgimento e la socializzazione delle persone con disabilità in laboratori musicali, teatrali, manipolative. Altro progetto di Inholtre è "Il Samaritano", cioè l’accompagnamento delle persone con disabilità e gli anziani sulla sedia a rotelle nei centri fisioterapici, per visite mediche ospedaliere o per vivere momenti di aggregazione. Chi parteciperà alla manifestazione, oltre ad apprezzare le eccezionali doti di Simona Atzori, a riflettere sul tema della disabilità e a conoscere le attività di Inholtre, potrà gustare le prelibatezze della cucina locale e visitare gli stand espositivi che saranno allestiti in piazza. (msc)
(4 agosto 2010)
ROMA – Resta il tetto di 20 alunni nelle classi che accolgono studenti disabili. Nel maxiemendamento il governo ha cancellato la misura, introdotta in commissione Bilancio al Senato durante l’esame della manovra, che prevedeva una deroga al tetto fissato dalla legge. A rendere nota la notizia è stata la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, al termine della Conferenza dei capigruppo. Il teso precedente aveva suscitato molte polemiche sia da parte dell’opposizione che delle associazioni che si battono per i diritti delle persone con disabilità. La novità, introdotta nel testo della manovra su cui il governo ha chiesto la fiducia, ha invece raccolto la  soddisfazione di tutti. Di una "doppia vittoria delle Federazioni, ma prima ancora di tutte le persone con disabilità", parlano in un comunicato congiunto Fish e Fand. È "una vittoria per l’inclusione scolastica che, non a caso, arriva ad una settimana dalla poderosa manifestazione che ha costretto il governo a ritirare le disposizioni che comprimevano drasticamente la fruizione degli assegni per gli invalidi parziali e l’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali- sottolinenao le organizzazioni-. E nel maxiemendamento questa vittoria è sancita nero su bianco". Anche all’interno del Pd sono stati espressi giudizi positivi. Anna Serafini, presidente del Forum infanzia e adolescenza del Partito democratico ha sottolineato che si tratta di "una vittoria frutto della battaglia che abbiamo condotto insieme alle più significative associazioni del settore, come Fish e Fand, al mondo della scuola, ai sindacati e alle professioni. Ciò dimostra che quando si hanno idee e valori forti come la difesa dei diritti dei bambini disabili e quando ci si impegna tutti insieme, questi valori fanno breccia anche in chi ha posizioni politiche diverse". Anche la senatrice Mariangela Bastico ha parlato di una vittoria importante, chiedendo che  il governo s’impegni ora "a far sì che il tetto complessivo dei docenti di sostegno, che ha imposto con la manovra, già dichiarato incostituzionale dalla Corte, non determini un abbassamento della qualità dei processi di inserimento ed apprendimento dei disabili" e a "rafforzare l’esperienza dell’integrazione scolastica di cui tutti dovremmo andare orgogliosi, essendo, pur tra le difficoltà esistenti, tra le più avanzate a livello europeo". Erano stati gli stessi senatori del Pdl Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico, che avevano firmato la proposta prima approvata in commissione e ora cancellata dal governo, a chiedere che nel maxiemendamento fosse eliminata la parte contestata. "Lo scopo della nostra azione – avevano detto – è quello di ridurre il numero degli iscritti all’interno delle classi in cui ci sono alunni con disabilità: non c’è alcuna volontà di penalizzare i disabili e l’emendamento è diretto a consentire la massima tutela al diritto all’insegnamento degli alunni disabili, grazie a classi sempre meno affollate". Ma – avevano continuato – se la formulazione del testo fosse inadeguata, "affidiamo al relatore di maggioranza e al governo, in sede di formulazione del maxi-emendamento, il compito di adottare quelle scelte che consentano di raggiungere l’obiettivo di una migliore integrazione dei bambini e dei ragazzi disabili a scuola". Anche il relatore di maggioranza Antonio Azzolini (Pdl) aveva affermato che il governo avrebbe messo mano alla questione per rimediare l’equivoco.
(14 luglio 2010)

Inail e Cip insieme per lo sport e la riabilitazione

irmata una convenzione per la promozione su tutto il territorio di attività per la diffusione della pratica agonistica come strumento di recupero psicofisico e sociale delle persone disabili. Il presidente Sartori: "Un’intesa strategica per l’istituto a favore di un movimento che non smette di farci sognare"
ROMA – Francesca Porcellato. Gianmaria Dal Maistro. Enzo Masiello. Melania Corradini. Cecilia Camellini. Fabio Triboli. E, naturalmente, Stefano Lippi. Sono solo pochi nomi – scelti a caso in una lista che, giorno dopo giorno, diventa sempre più lunga – di grandi atleti dello sport italiano. Atleti con disabilità. Atleti eccezionali. Atleti che – in un momento in cui la nazionale (milionaria) di calcio realizza in Sudafrica il peggiore risultato della sua storia – si allenano in silenzio, spesso lontani da flash e telecamere. Vincendo medaglie su medaglie. E anche sul loro esempio – e per diffondere quanto più possibile il loro esempio – che Inail e Cip hanno firmato questa mattina, a Roma, un importante protocollo in materia di sport e riabilitazione. Un protocollo che vede Inail investire per tre anni la cifra di circa un milione e mezzo di euro per sostenere un arco variegato di attività, in buona parte realizzate col Cip: dalla ricerca scientifica, alla promozione, a grandi eventi e competizioni. L’obiettivo non è solo ampliare la schiera dei futuri campioni (anche perché Londra 2012 è vicina), quanto coinvolgere nel maggior modo possibile tanti ragazzi e ragazze, tanti uomini e donne disabili che possono trovare nell’attività sportiva un motivo straordinario di reinserimento sociale e di recupero fisico e psichico. Come dice Luca Pancalli, presidente del Cip, "per portarli fuori di casa e non lasciare che vivano tutto il tempo dietro lo schermo di un computer". "Questo protocollo è un risultato di straordinari a importanza per il mondo dello sport e della disabilità in particolare", ha dichiarato il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, illustrando i contenuti dell’intesa. "Il nostro Istituto da 50 anni è impegnato nel sostegno dello sport come percorso di reintegrazione degli infortunati e oggi realizziamo un essenziale salto di qualità nella possibilità di stimolare questa realtà. Le prime paralimpiadi di Roma del 1960, promosse anche grazie all’Inail, videro in gara circa 200 atleti. Le ultime di Pechino oltre 4mila. Proprio per questo movimento che non smette di sognare, e di farci sognare, l’Istituto ha voluto impegnarsi al massimo e sono certo che da questa convenzione arriveranno risultati eccellenti". Sartori ha precisato come l’intesa col Cip sia un esempio di "sinergia totale". "Ognuno manterrà le sue competenze e nessuno invaderà i campi dell’altro", ha aggiunto. "Il Cip ha fatto tantissimo per la promozione dello sport a favore della disabilità e l’intesa è davvero totale. Da parte nostra metteremo finanziamenti e la capacità di ricerca del nostro Centro protesi di Vigorso di Budrio – un fiore all’occhiello dell’Inail che, il prossimo anno, festeggia i primi 50 anni di vita – in tante attività che favoriranno questo grande movimento su tutto il territorio". Il presidente dell’Inail non ha esitato a definire la convenzione "strategica". "L’Istituto farà un grande sforzo per realizzare una ricerca che produca una tecnologia all’altezza dei massimi livelli internazionali oggi esistenti", ha continuato. "La riabilitazione rappresenta un punto fondamentale del nuovo piano industriale e finalmente stiamo arrivando alla creazione del polo della salute e sicurezza: l’intesa col Cip si inserisce in questa prospettiva e, lo ripeto, presto ne vedremo i risultati". Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Cip. "Credo profondamente nel rapporto con l’Inail e sono davvero grato all’Istituto: non tanto per l’impegno economico consistente che pure ci garantisce, quanto per la convinzione che ha sempre manifestato in questo progetto", ha sostenuto Luca Pancalli. "Da uomo di sport, infatti, credo che sia proprio la convinzione l’elemento più importante in tutto quello che si fa, perché solo così si può trasmettere entusiasmo agli altri. Adesso, grazie all’Inail, la squadra di chi crede che lo sport sia uno strumento di recupero straordinario per chi è disabile si è allargata in modo essenziale. Questa che firmiamo oggi non è solo una magnifica opportunità per vincere sempre più medaglie, ma soprattutto per consentire a tanti giovani di scoprire che la loro vita non è finita in quel tragico momento dell’incidente". Secondo Pancalli il bacino dei potenziali interessati in Italia – tra bambini e uomini fino a 40 anni di età – è di circa un milione di persone. "La Germania – che investe tantissimo nella riabilitazione – ha 300mila tesserati nel proprio Cip nazionale, l’Italia solo 80mila", ha continuato. "Da qui nasce anche il nostro rapporto con l’Inail: dalla sua grande capacità di intervento su tutto il territorio e dalle potenzialità che può garantire in termini di ricerca scientifica e di promozione. La difficoltà principale contro cui dobbiamo combattere è il riuscire a diffondere il nostro messaggio a quante più persone possibili. Non condanniamo tanti giovani a passare la vita dietro un computer, piuttosto estendiamo ovunque – dal Nord a un Meridione, anche qui penalizzato – le possibilità e le occasioni per un loro vero recupero. Questa intesa con l’Inail parte davvero con i migliori auspici e facciamo molto affidamento sul know how dell’Istituto e l’esperienza del Centro di Vigorso. L’Inail oggi rientra piamente nel mondo dello sport e ne rappresenta una realtà incontestabile: lavoreremo insieme per non smettere di sognare, come dice Sartori, ma soprattutto per fare capire a tutti quanto lo sport sia uno strumento di vita straordinario e che non conosce differenze". (ls – da Inail.it)
(2 luglio 2010) Fonte SuperAbile