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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

lunedì 27 giugno 2011

Affetto da tetraparesi spastica, il ragazzo vive recluso in casa senza la possibilità di uscire e di muoversi.

LA SPEZIA. Prosegue senza sosta la campagna di adesione su Facebook: abbattiamo le barriere architettoniche per Michele Pieretti, un caso che sta velocemente diventando nazionale, dopo un'interrogazione presentata al senato e grazie anche all'interessamento dei quotidiani locali e della troupe televisiva di Rai3. Sono oltre 1.200 infatti le persone che in una settimana hanno aderito al gruppo di Facebook, fondato e coordinato dal consigliere comunale Luigi De Luca e dall'avvocato Cesare Bruzzi Alieti, solidarizzando col dramma della famiglia che vede il figlio Michele recluso in casa senza la possibilità di uscire e di muoversi come stabilito dalle leggi vigenti. A rendere prigioniero il giovane, affetto da tetraparesi spastica, una scalinata, che nonostante i ripetuti interventi del padre al Comune affinché fosse allargata per permettere il passaggio di un'auto, si erge sempre lì, come una barriera invalicabile che lo separa dal mondo esterno e dalla possibilità di condurre una vita al di fuori delle mura di casa. Il padre del giovane, esasperato dalla situazione si è quindi rivolto alla procura della Repubblica con un esposto, chiedendo di cancellare l'incubo della scalinata che imprigiona suo figlio.
A ripercorrere le tappe di un calvario iniziato vent'anni fa sono il padre Carlo e la mamma Gabriella: "Michele è un ragazzo di ventotto anni affetto da tetraparesi spastica. Molto semplicemente, per uscire deve spostarsi sulla sua carrozzella, fatto è che l'appartamento della famiglia si trova affacciato su una lunga scalinata pubblica. E' la storia di sempre: barriere architettoniche insormontabili e Michele che esce soltanto se ci sono due volontari di robusta costituzione che lo portano di peso fino alla strada. Tuttavia potrebbe farlo da solo con ben maggiore libertà, se, accanto a quei dannati scalini fossero stati creati degli opportuni scivoli , in cui la carrozzina possa passare senza difficoltà. Negli anni si era occupato del problema il consigliere Luigi De Luca con un' interpellanza e un'interrogazione, ma il Comune sull'argomento ha sempre innalzato un muro di gomma". La legge in questi casi prevede l'abbattimento delle barriere architettoniche e in altre parti d'Italia diversi sono stati i Comuni che sono stati condannati per la non ottemperanza delle leggi. L'avvocato Cesare Bruzzi Alieti e Luigi De Luca stanno lottando giorno dopo giorno, insieme ai genitori   di Michele, contro l'indifferenza e contano di arrivare ad oltre 3mila adesioni.
Anche InHoltre, nel suo piccolo ha dato il proprio contributo: una signora di Motta, da due anni in carrozzella, doveva fare una TAC e, siccome soffre di claustrofobia, non voleva essere trasportata all'ospedale Riuniti di Reggio Calabria in autoambulanza. Per caso il marito ha visto passare il pulmino di InHoltre, ci ha contattati attraverso l'uffico delle politiche sociali del Comune, e dopo due anni la signora ha potuto varcare la soglia della propria abitazione. InHoltre, da gennaio 2008, effettua il servizio di trasporto per persone in carrozzella per visite o esami clinici solo per i residenti nel Comune di Motta San Giovanni.


giovedì 16 giugno 2011

Nuovo record per Roberta Cogliandro ai campionati italiani di Bari

Roberta Cogliandro è la nuova Campionessa Italiana dei 50 m stile libero in vasca lunga. Dopo l’oro e il record ai Campionati Invernali (vasca da 25 m), Roberta si conferma la più forte della sua categoria anche ai Campionati Italiani Estivi FINP di Bari, fermando il cronometro a 40” 24, tempo che vale il record Italiano assoluto. Quella dei 50 stile rimane la sua gara, quella in cui  riesce a dare il massimo nella breve distanza, quella in cui si esprime al meglio, ma Roberta si è fatta valere anche nei 100 stile con un argento e il record di categoria 1′31”33 contendendo la vittoria alla campionessa mondiale Arianna Talamona, e con l’argento nei 100 dorso. La trasferta di Bari ha regalato altre belle soddisfazioni anche ad Anna Barbaro, atleta reggina che gareggia per la società sportiva Con Noi di Reggio Calabria,  che ha conquistato due argenti nei 50 stile libero e nei 100 rana, ed un bronzo nei 100 stile libero. Anche Anna si conferma dopo il promettente esordio ai Campionati Invernali di Napoli, e la squadra reggina allenata dai tecnici Giuseppe Laface e Cristina Carresi continua a crescere, ritagliandosi, a suon di bracciate, un ruolo di assoluta protagonista nel panorama italiano del nuoto paralimpico. La gioia della vittoria premia la tenacia. Questi ragazzi, nonostante le difficoltà, finanziare, logistiche, e i limiti culturali di una società ancora troppo distratta, continuano a combattere e a vincere, diventando ogni giorno di più un esempio di orgoglio e determinazione di cui essere fieri.

Tratto da Nuovi Rumori

lunedì 13 giugno 2011

Una giornata a Pentidattilo

La domenica appena trascorsa è stata una giornata speciale per la grande famiglia di InHoltre. I volontari, gli amici disabili, le loro famiglie e simpatizzanti dell’associazione, infatti, hanno effettuato una visita alla meravigliosa Pentidattilo e successivamente pranzato in un vicino agriturismo. Una giornata speciale, dunque, perché contraddistintasi per uno splendido clima di festa che ha rafforzato i già forti legami di amicizia e stima interno ad InHoltre. Più di sessanta persone sono state le protagoniste di una passeggiata all’interno del caratteristico borgo arroccato sulla celeberrima rupe, immerso in atmosfera colma di storia antica e affacciato sullo splendido panorama del basso Ionio reggino. E di un gustoso e divertente banchetto.
InHoltre ha scelto di far scoprire al proprio gruppo questa straordinaria realtà della nostra provincia, sia in un’ottica di crescita culturale personale, sia per lanciare un messaggio di positività. Il banchetto, come d’altronde l’escursione, è stata un’ulteriore occasione di socialità per le diverse componenti di InHoltre, ma, a differenza di quelle frequenti vissute a Lazzaro e dintorni, si è avuta nella fantastica cornice di Pentidattilo. Dopo questa bellissima giornata, l’attività di InHoltre va avanti: si stanno gettando le basi per l’ormai tradizionale “Serata della solidarietà”, evento estivo lazzarese giunto con la prossima alla settima edizione. In attesa di questo evento, ai volontari non resta che continuare ad operare con il solito impegno, ma con una carica in più data dalla bellissima giornata trascorsa insieme ai componenti della grande famiglia di InHoltre.

Associazione InHoltre

mercoledì 8 giugno 2011

Reggio Calabria: il Terzo Settore si riunisce in assemblea

Sono oltre 100 le organizzazioni del Terzo settore e del volontariato, provenienti da tutta la provincia, che hanno sottoscritto il Documento Base del Coordinamento provinciale e che sabato 11 giugno alle ore 10,00 si ritroveranno nei locali dell’Accademia delle Belle Arti per l’Assemblea Costituente che rappresenterà l’avvio ufficiale di un percorso finalmente unitario per le  tantissime realtà dell’associazionismo e della cooperazione che arricchiscono con la loro presenza il territorio reggino.
Un momento importante quello di sabato prossimo, che si pone come conseguenza di un cammino che dallo scorso 13 novembre, giorno della grande manifestazione “Nei diritti di ognuno il futuro di un’intera comunità” che ha portato in strada oltre 1000 persone appartenenti al mondo del terzo settore, è proseguito senza soste sino a giungere alla strutturazione di un Coordinamento stabile, ad un’assunzione di responsabilità collettiva nel rispetto degli impegni assunti in piazza davanti alla cittadinanza.
Un movimento che si vuole porre quale novità positiva in un momento storico particolarmente difficile per il nostro paese ed in particolare per il meridione.
Si tratta di ribadire, con forza, che il mondo dell’associazionismo e della cooperazione non intende assistere silente alla destrutturazione dello stato sociale, allo svilimento delle politiche di welfare, alla scientifica distruzione del territorio.
Sui beni comuni e sui diritti di cittadinanza si intendono costruire larghe e condivise intese che consentano una reale attività di tutela in favore di tutti i cittadini, con particolare riguardo ai più fragili e deboli, ripudiando logiche di spartizione settoriale o di auto promozione, proponendosi quale interlocutore serio, responsabile ed unitario, nei confronti dei decisori politici.
Questi in sintesi i motivi della costituzione del Coordinamento che saranno ulteriormente approfonditi e condivisi durante l’Assemblea, occasione utile anche a definire le priorità di intervento e le modalità organizzative attraverso le quali il movimento spiegherà la propria azione sul territorio.
Un invito alla partecipazione che si estende, oltre a chi ha già aderito, a tutte le altre organizzazioni del Terzo Settore della provincia che vorranno condividere  i principi ed i valori  fondanti del documento base, divenendo protagoniste, insieme agli altri, di un percorso finalmente unitario.

08/06/2011
Il portavoce del coordinamento
Avv. Luciano Squillaci

domenica 5 giugno 2011

Caso Marletta. Il Centro di bioetica della Cattolica: "L'assistenza è indice di civiltà

Nota del Centro di Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: "Fondamentale dare ascolto alla disperazione e alla richiesta di aiuto" della moglie dell'uomo. Per la Cattolica il fatto che sia necessario ricorrere a drammatici appelli pubblici per ottenere assistenza "è indice di un progressivo deteriorarsi del tessuto etico del nostro paese" 

MILANO - "Questo caso fa riflettere: sono molteplici i problemi di giustizia posti dalla signora che ci interpellano e non ci possono lasciare indifferenti, a cominciare dall'accertamento delle responsabilità di fronte all'accaduto". Così il Centro di Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in merito alla vicenda di Giuseppe Marletta, l'uomo che un anno fa, a seguito di un banale intervento di odontoiatria, è entrato in coma. Di fronte all'impossibilità di  sostenere economicamente il peso dell'assistenza, peraltro anche poco qualificata, la moglie minaccia ora, provocatoriamente, di richiedere la sospensione di ogni trattamento, denunciando un caso di malasanità e di totale abbandono da parte dello Stato.

"Il Centro di Ateneo di Bioetica - afferma una nota - ritiene fondamentale dare ascolto alla disperazione e alla richiesta di aiuto della signora, che lamenta l'ipocrisia di uno Stato che si dichiara a favore della vita ma di fatto abbandona le famiglie e i cittadini: la malasanità non è solo il frutto degli errori medici, ma anche di una cattiva allocazione delle risorse, dell'incuria e dell'abbandono". "Le carte dei diritti dei malati e delle famiglie - si continua - sono sempre più dei diritti di carta in un paese in cui la politica si occupa sempre meno del benessere reale dei suoi cittadini".
"Il fatto che sia necessario ricorrere a drammatici appelli pubblici per ottenere ascolto, giustizia e assistenza qualificata è indice - afferma il Centro di bioetica della Cattolica - di un progressivo deteriorarsi del tessuto etico del nostro paese e del lacerarsi delle funzioni stesse delle istituzioni: la risposta è una battaglia in primo luogo di legalità e di equità che metta a tema l'assistenza come una delle voci fondamentali della nostra civiltà". "Ci auguriamo - è la conclusione - che di fronte a questo nuovo caso si cominci a pensare realmente al sostegno delle famiglie e alla qualificazione dell'assistenza: la via breve non può essere nessuna forma di eutanasia, ma un'assistenza adeguata e solidale".
(4 giugno 2011)
Tratto da SuperAbile

In coma dopo un intervento. La moglie pronta a sospendere il nutrimento artificiale

Un banale intervento ai denti lo ha fatto entrare in coma irreversibile. È accaduto un anno fa ad un architetto di 42 anni nel catanese un anno. La moglie oggi protesta davanti all'ospedale "Garibaldi", dov'è iniziato il calvario, e si dice pronta a sospendere il nutrimento artificiale se lo Stato non si prenderà cura di lui e non sarà fatta giustizia. "Non attenderò che mio marito soffra per 20 anni senza speranza e senza giustizia"
CATANIA - Giuseppe Marletta ha 42 anni, fino al 1 giugno del 2010 era un brillante architetto e padre di due figli piccoli. Esattamente un anno fa si è sottoposto ad un banale intervento di rimozione di punti dalla bocca ma qualcosa è andato storto. E' entrato in coma irreversibile e oggi è in "stato neurovegetativo persistente". La moglie Irene Sampognaro è pronta a chiedere la sospensione del nutrimento artificiale a suo marito se lo Stato non si prenderà cura di lui e se non sarà fatta giustizia. E' una storia dura quella dei coniugi Marletta, destinata ad essere ascoltata ancora a lungo dall'opinione pubblica. "Capisco Peppino Englaro solo oggi, perché solo quando si è dentro una situazione del genere si comprende l'enormità del dolore che provano i nostri cari e che noi proviamo per loro - spiega Irene, commossa, devastata e al contempo sostenuta da una rabbia incontenibile -. Non attenderò che mio marito soffra per una ventina di anni e oltre senza alcuna speranza, e senza giustizia. Le istituzioni hanno ucciso mio marito e le istituzioni dovranno trovare una soluzione, per poter consentire di sfruttare almeno un'ultima carta. E poi voglio verità. Che fine hanno fatto le indagini interne dell'ospedale? E a che punto è la magistratura? Se non succederà nulla intraprenderò la stessa strada di Peppino Englaro. Sono decisa".
Giuseppe Marletta non è quasi mai cosciente anche se pochi mesi fa ha dato dei segnali importanti di riconoscimento dei suoi cari. E' immobile, tracheotomizzato e aspirato ogni due ore circa ("Quando viene aspirato assume un'espressione di terrore - raccontano i parenti - è una sofferenza gravissima per lui"), nutrito col sondino, viene spostato dal letto alla sedia a rotelle e ha perso venti chili. Soffre e questo la scienza lo può dimostrare. Irene Sampognaro è un'insegnante e consegna ogni mese quasi la totalità del suo stipendio, circa mille euro, per mantenere il marito in una struttura specializzata a Catania. Ma poco prima il ricovero era stato effettuato in un centro di risveglio a Cefalù: "Oggi mio marito deve fare i conti con una piaga enorme, di circa 10 cm di grandezza, che gli lascia scoperto l'osso sacro. L'ha sviluppata proprio a Cefalù, ma noi non ne sapevamo nulla. A causa di questa ferita al momento non sarebbe possibile portarlo in Israele, per provare la cura del medico Vitali Vassiliev. Ma è lo Stato che dovrebbe aiutarmi in questa eventuale impresa, costosissima e difficile". Il ministero della Sanità è stato contattato più volte, anche tramite il sottosegretario alla Salute Roccella, ma ha comunicato di non poter partecipare ai costi. Oggi, ad un anno di distanza dalla tragedia, Irene Sampognaro accompagnata dai suoi cari ha protestato davanti l'ingresso dell'ospedale "Garibaldi" di Catania, nel quartiere Nesima.
(Rosa Maria Di Natale)
(1 giugno 2011)
Tratto da SuperAbile