Una delle atlete più conosciute e amate del panorama
sportivo italiano. Grazie al suo grande carattere e alla sua determinazione è
riuscita ad ottenere tantissimi riconoscimenti e a conquistare moltissime
medaglie.
Bebe
Vio,
il cui nome completo è Maria Beatrice Vio, nasce il 4 marzo del
1997 a Venezia, seconda di tre fratelli. All'età di cinque anni inizia a
praticare la scherma, sport che ben presto si trasforma in una
grande passione. Nel mese di novembre del 2008, quando frequenta le scuole
medie della sua città, Mogliano Veneto, in provincia di Treviso,
La
malattia
Bebe
Vio viene ricoverata improvvisamente in ospedale a causa dell'acutizzarsi della
cefalea e della febbre di cui soffre da qualche giorno. I
dottori che la prendono in cura, immaginando di avere a che fare con un caso di
sepsi da meningite, decidono di ricoverarla nel reparto di terapia intensiva
pediatrica dell'ospedale di Padova. Qui però Bebe arriva quando è già in
condizioni gravi.
Nel
nosocomio della città euganea i medici si rendono conto di trovarsi davanti a
un episodio di meningite da meningococco di gruppo C. In provincia di Treviso
nei mesi precedenti esso aveva assunto le dimensioni di una vera e propria
epidemia - nonostante ciò Beatrice Vio e i suoi coetanei non
erano stati sottoposti alle vaccinazioni contro la meningite eseguite nel 2007
nella zona, in quanto tale campagna era stata destinata unicamente ai bambini
di età minore.
La
meningite
La
forma di meningite contro la quale deve lottare la ragazzina veneta è acuta e
rapida. E' per questo che a pochi giorni di distanza dalla manifestazione dei
primi sintomi Beatrice è in bilico tra la vita e la morte. Durante i primi
giorni di ricovero in ospedale, Bebe Vio è vittima di una crisi settica per
colpa della quale ha alcune emorragie interne.
I
dottori, nel tentativo di salvarle la vita, prendono la decisione di amputarle
le gambe, da sotto le ginocchia. Oltre alle gambe si rende necessaria
l'amputazione di entrambe gli avambracci. Con il passare delle settimane le
condizioni della ragazza diventano più stabili, pur permanendo serie: saranno
in tutto più di cento i giorni passati in ospedale tra il reparto di terapia
intensiva e quello di chirurgia plastica.
La
meningite lascia sul fisico di Bebe Vio tracce profonde. Non solo le
amputazioni degli arti, ma anche molte cicatrici distribuite sul volto e su
numerose altre parti del corpo.
Una
seconda vita per Bebe Vio
Una
volta dimessa dall'ospedale, la ragazza lascia Padova e torna a Mogliano
Veneto, dove ricomincia a frequentare la scuola. Avvia la riabilitazione che le
è indispensabile, a Budrio, presso il Centro Protesi dell'Inail.
Dopo
essersi ristabilita, decide di non tornare a tirare di scherma ma si dedica per
un periodo all'equitazione. Ben presto, però, sente il richiamo della pedana, e
con l'aiuto dei tecnici delle protesi, dei suoi insegnanti e della sua
famiglia, Bebe Vio ricomincia a usare il fioretto.
Negli
anni successivi alla malattia Bebe si sposta su una sedia a rotelle, aspettando
che vengano sviluppate e realizzate delle protesi che le consentano di muoversi
in maniera più disinvolta e con una maggiore libertà. Nel frattempo i suoi
genitori danno vita a un'organizzazione non a scopo di lucro, l'Art4sport,
pensata per fornire ai bambini che usano protesi di arto, un supporto per
integrarsi nel tessuto sociale tramite l'attività sportiva.
Gli
anni 2010
Nei
primi mesi del 2010 Beatrice Vio riceve le protesi per tirare di scherma, messe
a punto dal Centro Protesi di Budrio in collaborazione con il Comitato
Paralimpico Italiano. Può, così, fare le prime prove sulla sedia a rotelle.
Quell'anno prende parte alla Family Run della maratona di
Venezia: nell'occasione, la sua sedia a rotelle viene spinta da Oscar
Pistorious, atleta sudafricano paralimpico, simbolo internazionale, ancora
non protagonista delle vicende di cronaca nera che lo tormenteranno in seguito.
Successivamente
Bebe si allena tra Padova, Bologna e
Roma, ricevendo il sostegno di Fabio Giovannini e del polacco Ryszard Zub, due
degli allenatori di scherma più famosi al mondo. Viene seguita
anche da Alice Esposito e Federica Bertone, le due insegnanti della Scherma
Mogliano che si occupavano di lei già prima che venisse colpita dalla
meningite.
Più
tardi Beatrice diventa la prima atleta di tutto il continente europeo con il
braccio armato protesizzato. Desiderosa di prendere parte alle Paralimpiadi di
Londra 2012, sceglie di rinunciare all'idea prematura, su consiglio dei suoi
allenatori e dei suoi genitori, ma non si arrende. Nella capitale britannica,
infatti, è tedofora e porta la fiaccola olimpica in occasione della giornata di
inaugurazione della manifestazione, in rappresentanza dei paralimpici del
futuro.
I
successi sportivi
Nel
2012 e nel 2013 la ragazza si aggiudica il primo posto individuale ai
campionati italiani di categoria B. Dopo aver conquistato il torneo di Montreal
e quello di Lonato, sale per due volte sul podio in Coppa del Mondo. Seconda ai
campionati mondiali under 17 disputatisi in Polonia, a Varsavia, nel 2014 vince
gli Europei sia nel torneo individuale che in quello a squadre, ripetendo il
successo l'anno dopo ai Mondiali in Ungheria.
Bebe
Vio campionessa paralimpica
Alle
Paralimpiadi di Rio de Janeiro, proprio nello stesso giorno in cui Alessandro
Zanardi all'età di quarantanove anni conquista il suo terzo oro
paralimpico, Bebe Vio sale sul gradino più alto del
podio nella competizione di fioretto, battendo per 15 a 7 in finale una delle
favorite, la cinese Jingjing Zhou.
Arriva
al successo dopo avere conquistato tutti e cinque gli incontri del girone A per
5 a 0, impresa di cui nessun'altra schermitrice è stata capace. Nel suo
percorso ha battuto anche la polacca Marta Makowska per 15 a 6 nei quarti di
finale e la cinese Yao Fang, addirittura per 15 a 1 in semifinale (un risultato
ancora più clamoroso se si pensa che l'asiatica era una delle candidate più
accreditate per la vittoria finale).
Oltre
la scherma
Le
sue caratteristiche sono quelle di un carattere sempre positivo, grande
determinazione, grinta e anche simpatia. Bebe Vio è
diventata così anche un personaggio mediatico, capace di sfruttare la sua
immagine per dare visibilità alle cause che sostiene. Oltre alla scherma tiene
incontri motivazionali in tutta Italia.
Dopo
aver posato per una campagna a sostegno della vaccinazione contro la
meningite realizzata dalla fotografa Anne Geddes a ottobre 2016
Bebe è chiamata a far parte della delegazione italiana che partecipa alla cena
di Stato tra il premier italiano Matteo
Renzi e Barack
Obama, alla Casa Bianca.
Nel febbraio 2017 riceve il Laureus
Award 2017, il riconoscimento più importante come miglior atleta con disabilità
dell'anno precedente.