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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

giovedì 7 luglio 2011

AL PRESIDENTE NAPOLITANO

Gentilissimo Presidente Napolitano.

 Sono la mamma di una ragazza con disabilità, ha la Sindrome di Rett, patologia altamente invalidante che l’ha resa totalmente non autosufficiente e siamo noi famiglia a prenderci cura di lei sostenuti dai pochi benefici previsti dalle leggi italiane, leggi  efficienti e esaustive  se fossero messe in atto correttamente  a cui dovrebbero essere riservati maggiori fondi specifici e non negoziabili.  Purtroppo così non è e noi come molte altre famiglie viviamo  una vita parallela a quella vissuta da chi non ha avuto la ventura di imbattersi nella disabilità. Non sto qui a raccontarle tutte le ingiustizie e le azioni illegittime moralmente e legalmente  che ci sono state presentate in tanti anni, 38, di vita vissuta con la disabilità di un figlio. Vorrei però invitarla a riflettere  su quanto Lei è chiamato ora a  legittimare apportando la sua firma per approvazione: IL  decreto per la correzione dei conti pubblici recentemente approvato in Consiglio dei Ministri. Quel decreto oltre alle varie discutibili  nuove norme per il riconoscimento dell’invalidità civile, al riconoscimento degli alunni con disabilità nella scuola per avere il diritto alla piena integrazione e al sostegno con insegnanti preparati e in numero congruo, ai ticket ulteriori  per i cittadini  che già sono pesantemente chiamati a partecipare alle spese sanitarie per mantenere quel Diritto alla Salute  riconosciuto dalla Costituzione , ma di fatto  ormai chiaramente e amaramente ignorato, presenta anche una  riduzione degli aumenti per le pensioni che superano i 1400 euro mensili, indipendentemente dal numero dei componenti della famiglia, perché Presidente, è molto differente la situazione finanziaria  di una famiglia composta da 1 persona  da quella di una famiglia composta invece da 3 o 4 persone. Noi abbiamo  cresciuto 3 figli  solo con lo stipendio di mio marito,ne abbiamo fatti studiare 2, affinchè diventassero una ricchezza per la società e non un peso, abbiamo  donato a questo obbiettivo tutta la nostra vita pensando a quando ormai sulla via del tramonto avremmo potuto dedicare tutte le attenzioni e le risorse a noi come coppia e alla nostra figliola con disabilità, fiduciosi in quello che ci era stato garantito  quando mio marito dopo 40 anni di lavoro è andato in pensione , ora tutto questo è messo in discussione, veniamo ritenuti ricchi  e la pensione di mio marito che è di poco superiore alla cifra sopra indicata non sarà per qualche anno aumentata  in riferimento al costo della vita. Non  solo, se io avessi la ventura di sopravvivere a mio marito mi troverò, perché di questo si tratta a vedere ridimensionata anche la pensione di  reversibilità con cui mantenere mia figlia  che mi auguro  viva ancora molto a lungo, anche se qualcuno dimostra ogni giorno con le proprie azioni di  sperare invece il contrario, e credo non ci sia bisogno di dire a chi mi riferisco, è così palese, c’è un desiderio chiaro e forte di ELIMINARE le persone con disabilità dalla società e non potendolo fare  apertamente lo fanno con l’eutanasia sociale. Ora leggo che delle “menti eccelse”  hanno deciso   di dare al Governo la delega dello stato fiscale e assistenziale e tremo al pensiero di quanto potrebbero mettere in atto, visto che non conoscono l’argomento (non è sufficiente essere nominati ministro e avere una poltrona in Parlamento per sapere cosa sia la disabilità con tutti i suoi limiti e le sue priorità, provare x credere ) e vogliono solo risparmiare sulle spalle di chi non ha certamente deciso di nascere o diventare disabile, ma che ha trovato comunque la forza e la volontà per affrontare la vita in maniera positiva e al meglio. Presidente, stiamo attraversando un momento difficile economicamente e tutti devono fare sacrifici, ma mi spiega perché i sacrifici vengono sempre chiesti ai cittadini più fragili? La nostra Costituzione a cui Lei ha spesso fatto riferimento nei suoi scritti non riconosce ai cittadini tutti pari diritti e pari opportunità? Allora  il buon esempio non dovrebbe venire dall’alto? A quando un drastico taglio ai privilegi parlamentari e istituzionali?Rifiuti di firmare quel decreto !Sono altri i comparti di spesa da includere, non il sociale e previdenziale  dei ceti medio-bassi Queste mie parole probabilmente non saranno  lette o prese in considerazione, però spero che  se un po’ di attenzione  ce la meritiamo pure noi comuni mortali siano almeno servite a far riflettere affinchè l’Italia  di cui pochi ormai abbiamo rispetto torni a essere la Nazione attenta, solidale e democratica del passato.

Cordialmente Marina Cometto

pubblicata da Marina Cometto il giorno lunedì 4 luglio 2011

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