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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

venerdì 27 luglio 2012

LENTAMENTE...Ma il mondo della disabilità sta diventando ogni giorno più grande....Quasi normalità.

La buggy bike mentre scende da un sentiero di montagna

Chi vuol fare down hill con me?

Uno, cinque, dodici sorrisi… Sì i sorrisi di Aldo, Andrea e Marco che esprimono la serenità di un momento in cui la disabilità sembra lontana. I sorrisi di Ilaria e di Silvia che raccontano la soddisfazione di aver superato una prova considerata difficile, se non impossibile. E quello di Lorenzo, ragazzo autistico, che la discesa nei boschi ha momentaneamente distratto dal suo mondo. Sono queste le immagini che ho in mente ripensando alla giornata spensierata che ho trascorso il 25 luglio, quando sono andato a trovare gli amici di Freewhiteonlus al Sestriere (To).

Salti in buggy bike
Salti in buggy bike
La visita di giovedì è il frutto di una promessa stretta al Reatech di Milano con Gianfranco Martin, ex sciatore professionista, attualmente deus ex macchina dell’allegra brigata di Freewhite. Mi avevano incuriosito le iniziative sportive della onlus, come le “settimane multisport” così le chiamano, aperte a tutte le disabilità (in corso tutto il mese di agosto grazie anche alla sponsorship di Fiat Autonomy). Gianfranco mi aveva ingolosito raccontandomi di persone con disabilità che potevano giocare a golf, tennis, ping pong… e fare down hill in carrozzina. Per chi non lo sapesse il Down hill è quella pratica sportiva che vede persone allenate scendere in mountain bike dai sentieri scoscesi delle montagne. Non proprio, almeno nella mia testa, un’attività per le persone con disabilità motorie e con fragilità mentali. Ma mi sbagliavo. Eccome se mi sbagliavo. A dimostrarmi l’errore sono stati proprio i 12 ragazzi, con disabilità che andavano dall’autismo alla paraplegia, dalla spina bifida all’atassia, che frequentavano questa settimana di vacanza.
Due sono i veicoli, chiamarle carrozzine mi sembra riduttivo, che consentono a tutti di scendere, dalle pietraie, dai prati che d’inverno diventano piste da sci e dai sentieri in mezzo ai boschi: il Cimgo e la Buggy bike. Il primo dal nome buffo (deriva da Cim, cima in francese, e go, andare in inglese) è quello che ho sperimentato per la discesa dai 2700 metri del Monte Fraiteve ai 1300 di Cesana Torinese. Descriverlo non è semplice: immaginate un grosso quadriciclo, ammortizzato e con un comodo sedile su cui viene sistemata e assicurata con cinture di sicurezza la persona con disabilità. A manovrare il Cimgo ci pensa una persona dello staff con un manubrio, in piedi su una pedana. Fidatevi per cappottarsi è necessario farla davvero grossa.
Il cimgo in coda alla cordata
Il cimgo in coda alla cordata
L’altro veicolo si chiama buggy bike ed è una poltrona ammortizzata con quattro ruote da bicicletta (ne esiste anche una versione elettrica che consente un’ autonomia di 100 chilometri circa). Anche in questo caso la possibilità di ribaltarsi è ridotta.
Un altro errore di valutazione che avevo fatto era stato 
quello di pensare che una stazione sciistica come Sestriere potesse essere inaccessibile. Da qualche anno infatti ospita i campionati mondiali di sci per persone con disabilità ed è in grado di accogliere fino a 400 atleti con handicap differenti (e il merito è anche di Martin, anche se schivo com’è lo ammette sottovoce). Ergo per chi ama la montagna con i suoi silenzi e il profumo di larici ora c’è la possibilità di viverla in pieno.
Tratto da corriere.it invisibili

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