Simona Atzori: «Così i miei genitori mi hanno insegnato ad andare oltre gli ostacoli»
«Mia madre mi ha regalato le ali
Ho imparato a vivere con serenità»
La ballerina nata senza braccia: ha lottato perché anche gli altri vedessero quante cose avrei potuto fare
In
questa pagina pubblichiamo un intervento di Simona Atzori, ballerina,
pittrice e scrittrice milanese, senza braccia dalla nascita. Simona ha
perso la mamma Tonina il giorno della vigilia di Natale. In queste righe
racconta il rapporto speciale che ha vissuto con lei e il ruolo
fondamentale che sua madre ha avuto nella battaglia combattuta assieme
alla figlia per superare le difficoltà e raggiungere traguardi che
sembravano impensabili.
«Le sue braccia sono rimaste in cielo e nessuno ha fatto tragedie»
ha scritto il grande e caro amico Candido Cannavò, cogliendo in una
semplice frase il senso più grande della mia vita. Sono nata così, senza
le braccia, da due genitori straordinari che mi hanno accolto senza
tragedie, ma con tanto amore e positività. Siamo cresciuti insieme,
creandoci un mondo che rispecchiava la nostra prospettiva, con le mie
«mani in basso» e con la voglia di trovare il nostro posto in questo
mondo, che a volte fa fatica ad accorgersi di quanto sia bello e
prezioso il fatto che tutti noi siamo diversi.
Due braccia che all'apparenza non ci sono, ma che diventano 4, poi 8, poi mille e poi infinite perché hanno il desiderio di accogliere tutte le braccia che hanno voglia di donarmi il loro amore e il loro aiuto.
Non so esattamente cosa abbia provato la mia mamma la prima volta in cui mi ha tenuta tra le sue braccia, ma so con certezza che da quell'istante lei mi ha scelta per la seconda volta come sua figlia, per donarmi tutto il suo amore e farmi crescere con serenità.
Due braccia che all'apparenza non ci sono, ma che diventano 4, poi 8, poi mille e poi infinite perché hanno il desiderio di accogliere tutte le braccia che hanno voglia di donarmi il loro amore e il loro aiuto.
Non so esattamente cosa abbia provato la mia mamma la prima volta in cui mi ha tenuta tra le sue braccia, ma so con certezza che da quell'istante lei mi ha scelta per la seconda volta come sua figlia, per donarmi tutto il suo amore e farmi crescere con serenità.
«Vivi la tua vita con serenità, come ho sempre fatto io»,
mi ha detto un giorno la mia mamma. Parole preziose che mi accompagnano
ogni giorno e che ora hanno acquistato un senso ancora più grande.
Insieme a lei sono cresciuta e ho sognato, credendoci così tanto e
impegnandomi in ogni momento della mia vita, ma sempre con lei al mio
fianco. Quando ci dicevano che non potevo fare qualcosa, io la guardavo e
lei mi sorrideva dolcemente e mi diceva «sì» con la testa e non mi
serviva altro. Sono diventata una pittrice e una danzatrice insieme e
anche grazie a lei, perché non ci siamo mai arrese.
Il 24 dicembre la mia mamma ha concluso il suo viaggio in questa vita. Quando le persone lasciano la terra alla vigilia di Natale si dice che stiano accompagnando la Vergine nella nascita di suo figlio. Il pensiero che lei non abbia smesso di essere madre mi ha dato quel senso di serenità che lei mi aveva augurato. Però non basta, il dolore che si prova quando si perde la propria mamma è qualcosa che non si può spiegare e nemmeno immaginare prima.
Ora ho due braccia in meno. Lei mi ha tenuto stretta tra le sue braccia il giorno in cui sono venuta al mondo ed io le ho tenuto la mano nel suo ultimo respiro. La sensazione di solitudine che mi pervade è immensa, in alcuni momenti è dolorosa anche fisicamente.
Il 24 dicembre la mia mamma ha concluso il suo viaggio in questa vita. Quando le persone lasciano la terra alla vigilia di Natale si dice che stiano accompagnando la Vergine nella nascita di suo figlio. Il pensiero che lei non abbia smesso di essere madre mi ha dato quel senso di serenità che lei mi aveva augurato. Però non basta, il dolore che si prova quando si perde la propria mamma è qualcosa che non si può spiegare e nemmeno immaginare prima.
Ora ho due braccia in meno. Lei mi ha tenuto stretta tra le sue braccia il giorno in cui sono venuta al mondo ed io le ho tenuto la mano nel suo ultimo respiro. La sensazione di solitudine che mi pervade è immensa, in alcuni momenti è dolorosa anche fisicamente.
Molti dei miei gesti quotidiani erano fatti insieme
a lei. Le sue mani erano davvero anche le mie nel modo più spontaneo e
sincero possibile. Una sensazione che solo una mamma può provare quando
il proprio bambino è piccolo, ma una sensazione che le mamme che hanno
un figlio con delle necessità particolari provano tutti i giorni, anche
quando i propri figli non sono più bambini. Ora questi gesti mancano
come l'aria che respiro e assumono un significato diverso. Ho avuto sei
mesi di tempo per abituarmi a questa mancanza, da quando questa malattia
ha reso il suo corpo così debole. Sono stati mesi che sono serviti a
lei per vedere che potevo farcela e che potevo volare, come lei mi
diceva sempre. «Tu devi volare...», ci ha creduto sempre, in ogni
istante della sua vita, anche quando aveva tutti contro. Non si è mai
arresa e ha lottato insieme a me perché gli altri potessero vedere
quante cose la sua bambina sapeva e poteva fare. Ha lottato fino alla
fine nel modo più dignitoso e straordinario possibile. Amava la vita e
non si poteva arrendere dopo averci creduto così tanto. Il suo corpo non
ce l'ha fatta, ma il suo spirito è ancora vivo. È vivo dentro me e
tutte le persone che l'hanno amata e apprezzata come donna, moglie,
madre, nonna e amica.
Sapevo che ci sarebbe stato un «dopo di lei»,
ma non lo immaginavo, non così presto e non dopo tanta sofferenza. E
ora questo momento è arrivato, non è più un «dopo» ma un «adesso». Sento
che mi ha lasciato tutti gli strumenti necessari per vivere e volare
come voleva lei, come mi ha insegnato lei e lo devo fare proprio senza
di lei. Non so ancora come farò, ma so che lo devo fare anche per lei.
In questi anni di attività artistica sono spesso venuta in contatto con realtà impegnate nel realizzare progetti e servizi per garantire un futuro sereno alle persone con disabilità e ai loro familiari. Progetti importantissimi e fondamentali per molte famiglie che altrimenti non saprebbero come fare. È già difficile per un figlio sopravvivere alla morte di un genitore, poi per un figlio che ha vissuto tutta la vita con l'aiuto amorevole e spontaneo dei suoi genitori, trovarsi senza è come morire. Chissà quante volte la mia mamma avrà pensato al momento in cui non sarebbe più stata lei a «donarmi» le sue mani e quante preoccupazioni che non mi ha mai fatto percepire. In questi anni mi ha aiutato a costruirmi delle basi su cui fondare la mia vita, sapendo che mi avrebbero aiutato anche nel momento in cui lei non sarebbe più stata accanto a me. Lo ha fatto in mille modi e forse solo ora lo comprendo realmente, perché lei non c'è più, ma tutto quello che abbiamo costruito resta e ora sta a me portarlo avanti.
In questi anni di attività artistica sono spesso venuta in contatto con realtà impegnate nel realizzare progetti e servizi per garantire un futuro sereno alle persone con disabilità e ai loro familiari. Progetti importantissimi e fondamentali per molte famiglie che altrimenti non saprebbero come fare. È già difficile per un figlio sopravvivere alla morte di un genitore, poi per un figlio che ha vissuto tutta la vita con l'aiuto amorevole e spontaneo dei suoi genitori, trovarsi senza è come morire. Chissà quante volte la mia mamma avrà pensato al momento in cui non sarebbe più stata lei a «donarmi» le sue mani e quante preoccupazioni che non mi ha mai fatto percepire. In questi anni mi ha aiutato a costruirmi delle basi su cui fondare la mia vita, sapendo che mi avrebbero aiutato anche nel momento in cui lei non sarebbe più stata accanto a me. Lo ha fatto in mille modi e forse solo ora lo comprendo realmente, perché lei non c'è più, ma tutto quello che abbiamo costruito resta e ora sta a me portarlo avanti.
Questa è la prova più grande della mia vita,
è come se fossi nata una seconda volta, senza le sue braccia di madre,
ma con le braccia di tante altre persone che mi circondano e che non mi
permettono di sentirmi sola. Ho tutti gli strumenti per ricominciare
questa vita e li ho costruiti tutti con il suo sostegno. Ora devo volare
da sola... Ce la posso fare, perché lei ci ha sempre creduto e io
continuerò a crederci anche per lei.
Simona Atzori
Tratto dal Corriere.it
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