«Diventare disabile significa entrare in una condizione nuova
e difficile. All’inizio mi sono auto-recluso, poi grazie anche al mio
nuovo film, ho scoperto che potevo avere una vita normale». Firmato il
premio Oscar Bernardo Bertolucci. Poche parole per raccontare una nuova
vita, quella di chi, per malattie o traumi si siede su quella poltrona
con le ruote che, più o meno confortevolmente, accompagna la
quotidianità di 250 mila italiani. Benvenuto Maestro… benvenuto in un
girone infernale fatto di gradini, sguardi incuriositi, diritti
calpestati… di ex presidenti di società pubbliche che bucano le gomme.
Nel leggere sul blog di Fiamma Satta Diversamente Aff-abile
la sua testimonianza ho pensato: «Caspita, un altro grande che si
accorge delle difficoltà di vivere la disabilità nelle città italiane…»
(leggi Bertolucci ad Alemanno: «Caro sindaco,lei umilia ogni giorno i disabili»). Eh
sì, un’altra freccia nella faretra di chi contro le barriere
architettoniche infrange i propri sogni, i propri diritti, la propri
voglia di vivere. Come Pino Buongiorno, grande inviato che ha raccontato
al settimanale Oggi e su questo blog la sua storia di neo disabile, come Candidò Cannavò che con il suo libro E li chiamano disabili ha aperto una finestra sul mondo della disabilità oppure come Stephen Hawking icona vivente di quanto possa essere grande l’abilità nella disabilità.
Benvenuto Maestro, perché come fa dire a Lorenzo, adolescente
difficile del suo nuovo film, «Normale vuol dire niente». Esistono
molteplici normalità e lei ce lo ricorda: «Confesso di avere sempre
provato affetto e curiosità per tutti coloro che vengono definiti
“diversi”: socialmente, culturalmente e sessualmente. Il mio lavoro mi
ha portato molto lontano e ogni volta mi sono innamorato delle culture
che andavo scoprendo, così diverse dalla mia». Ha mai pensato che
potesse esistere una cultura della disabilità? Esiste, è nascente, è
frutto della consapevolezza che le persone con disabilità sono prima di
tutto Persone.
Lei Maestro lo ha dovuto capire sulla sua pelle, cosa significa
diversità. E’ entrato in una nuova condizione, si è autorecluso
elaborando l’intimo lutto della sua nuova vita e poi si è riaperto con
curiosità al mondo. Ma non tutti ce la fanno. Non tutti trovano la forza
e la voglia di rialzarsi moralmente in piedi. Lei ha affrontato a muso
duro il sindaco Alemanno accusandolo di «Umiliare i disabili» sfruttando
per una giusta causa il tam tam dei media, strumento che migliaia di
invisibili non riescono ad avvicinare. Lei Maestro ha gridato dai
giornali «Caro Sindaco, Lei chiude la porta in faccia a tutti quei
turisti, e non credo siano pochi, che arrivano in sedia a rotelle per
visitare il famoso Campidoglio. Forse non se ne rende conto ma Lei ogni
giorno, puntualmente, manca di rispetto a chissà quanti disabili…». E
non solo turisti.
Pensi e guardi con attenzione a quelle famiglie accampate davanti ai
palazzi dei potenti a protestare… alle loro voci rese silenziose
dall’indifferenza, dalla voglia di non vedere. Pensi a quelle madri e
padri che assistono i figli non autosufficienti e che non sanno a chi affidare il proprio figlio una volta che saranno defunti.
Caro Maestro ora lotti con noi per vincere le battaglie più importanti
per chi vive una disabilità e non ha la forza per reagire.
Tratto da invisibili.corriere.it
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