ROMA – Resta il tetto di 20 alunni nelle classi che accolgono studenti disabili. Nel maxiemendamento il governo ha cancellato la misura, introdotta in commissione Bilancio al Senato durante l’esame della manovra, che prevedeva una deroga al tetto fissato dalla legge. A rendere nota la notizia è stata la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, al termine della Conferenza dei capigruppo. Il teso precedente aveva suscitato molte polemiche sia da parte dell’opposizione che delle associazioni che si battono per i diritti delle persone con disabilità. La novità, introdotta nel testo della manovra su cui il governo ha chiesto la fiducia, ha invece raccolto la soddisfazione di tutti. Di una "doppia vittoria delle Federazioni, ma prima ancora di tutte le persone con disabilità", parlano in un comunicato congiunto Fish e Fand. È "una vittoria per l’inclusione scolastica che, non a caso, arriva ad una settimana dalla poderosa manifestazione che ha costretto il governo a ritirare le disposizioni che comprimevano drasticamente la fruizione degli assegni per gli invalidi parziali e l’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali- sottolinenao le organizzazioni-. E nel maxiemendamento questa vittoria è sancita nero su bianco". Anche all’interno del Pd sono stati espressi giudizi positivi. Anna Serafini, presidente del Forum infanzia e adolescenza del Partito democratico ha sottolineato che si tratta di "una vittoria frutto della battaglia che abbiamo condotto insieme alle più significative associazioni del settore, come Fish e Fand, al mondo della scuola, ai sindacati e alle professioni. Ciò dimostra che quando si hanno idee e valori forti come la difesa dei diritti dei bambini disabili e quando ci si impegna tutti insieme, questi valori fanno breccia anche in chi ha posizioni politiche diverse". Anche la senatrice Mariangela Bastico ha parlato di una vittoria importante, chiedendo che il governo s’impegni ora "a far sì che il tetto complessivo dei docenti di sostegno, che ha imposto con la manovra, già dichiarato incostituzionale dalla Corte, non determini un abbassamento della qualità dei processi di inserimento ed apprendimento dei disabili" e a "rafforzare l’esperienza dell’integrazione scolastica di cui tutti dovremmo andare orgogliosi, essendo, pur tra le difficoltà esistenti, tra le più avanzate a livello europeo". Erano stati gli stessi senatori del Pdl Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico, che avevano firmato la proposta prima approvata in commissione e ora cancellata dal governo, a chiedere che nel maxiemendamento fosse eliminata la parte contestata. "Lo scopo della nostra azione – avevano detto – è quello di ridurre il numero degli iscritti all’interno delle classi in cui ci sono alunni con disabilità: non c’è alcuna volontà di penalizzare i disabili e l’emendamento è diretto a consentire la massima tutela al diritto all’insegnamento degli alunni disabili, grazie a classi sempre meno affollate". Ma – avevano continuato – se la formulazione del testo fosse inadeguata, "affidiamo al relatore di maggioranza e al governo, in sede di formulazione del maxi-emendamento, il compito di adottare quelle scelte che consentano di raggiungere l’obiettivo di una migliore integrazione dei bambini e dei ragazzi disabili a scuola". Anche il relatore di maggioranza Antonio Azzolini (Pdl) aveva affermato che il governo avrebbe messo mano alla questione per rimediare l’equivoco.
(14 luglio 2010)
Nessun commento:
Posta un commento