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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

sabato 15 giugno 2013

La giostra preclusa? Forse ancora per poco


«Salgo anch’io? No tu no. Ma perché? Perché no». Già perché alcune attrazioni nei parchi divertimento di tutto il mondo sono precluse a bambini e agli adulti con disabilità? Certo esistono ragioni di sicurezza che valgono per tutti. Se il costruttore dell’ottovolante vieta l’ingresso ai bimbi con altezza inferiore a un metro e venti o a cardiopatici il buon senso fa pensare che i sistemi di trattenuta non siano studiati e sicuri per quel tipo di utenza oppure che lo stress e le emozioni possano influire negativamente sul cuore del cliente. E di certo non si può mettere in dubbio che in caso di emergenza far scendere dalle montagne russe una persona con difficoltà motorie comporti dei rischi. Ma quali possono essere i problemi per una persona con autismo o con sindrome di Down? I limiti imposti in alcuni parchi sono giuste o semplicemente sono un eccesso di cautela?
Ragazzi con sindrome di Down sulle attrazioni per i test dell’11 giugno a Leolandia
E’ una domanda su cui si stanno interrogando in molti tanto che in questi giorni in due parchi divertimento italiani, (MinitaliaLeolandia a Bergamo Link alla mappa dell’accessibilità) e Miragica a Bari, si stanno conducendo test scientifici, in collaborazione con l’Istituto Superione di Sanità, CoorDown (Coordinamento Nazionale delle persone con sindrome di Down) e Ancasvi (l’Associazione nazionale costruttori attrezzature spettacoli viaggianti) per comprendere quali limiti siano corretti e quali siano frutto dell’assenza di dati e ricerche, dell’eccessiva solerzia di costruttori e gestori. «E’ ora di mettere un punto fermo alla questione», spiega Massimiliano Freddi direttore di Leolandia. «Chi lavora nel settore vorrebbe che tutti potessero vivere momenti di svago e serenità. Che tutti possano accedere in sicurezza alle attrazioni. Nessuno escluso. Un divertimento condiviso figlio dell’intuizione geniale di Walt Disney che, nel 1953, per vivere con le proprie figlie i momenti di svago sulle giostre creo i primi parchi di divertimento. E questo deve essere il nostro obiettivo, far vivere a tutti una bella giornata».
Come? In certi casi non basta il buon senso o la buona volontà, serve che tecnici e scienziati si incontrino e trovino un punto di equilibrio. E da qui il progetto Una giostra per tutti che ha visto martedì 11 giugno a Leolandia 30 ragazzi con sindrome di Down essere messi a confronto con altrettanti ragazzi di pari età. «Abbiamo scelto i ragazzi con sindrome di Down», spiega la psicologa che si occupa del progetto, Stefania Cerino «perché, pur in assenza di dati ufficiali, ci risultano essere i più esposti a problematiche di accessibilità a causa dell’immediata riconoscibilità della loro disabilità. In accordo con genitori e associazioni di categoria li “faremo divertire” su e giù dalle giostre prelevando campioni di cortisolo (ormone prodotto naturalmente dal corpo in momenti di stress) e lo paragoneremo con quelli prelevati dal campione di controllo». La sensazione, del tutto personale, che i livelli di stress saranno sovrapponibili: il disagio non influirà sulle emozioni.
I test a Leolandia l’11 giugno
In contemporanea a Bari, l’università e le associazioni che rappresentano le persone con disabilità stanno conducendo test tecnici con persone con problemi di mobilità per comprendere come e quali barriere all’accesso possono essere eliminate. Verranno raccolti dati che, una volta elaborati serviranno a fornire le basi scientifiche per la stesura di Linee Guida nazionali e internazionali, ad oggi inesistenti, la cui presentazione è prevista per l’autunno 2014. Ma nel frattempo mi piacerebbe tracciare, con il contributo di voi lettori, una sorta di mappa delle attrazioni accessibili sparse per la penisola.
Tratto da Invisibili.corriere.it

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