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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

lunedì 11 novembre 2013

Falsi ciechi? No, persone normali che vivono nonostante la disabilità

La Fondazione Lucia Guderzo di Loreggia (Pd) sta raccogliendo video-storie per testimoniare come, pur essendo non vedenti, si possa lavorare e mantenere la propria autonomia. I filmati inviati a tutte le sedi della Guardia di Finanza.

 LOREGGIA (Padova) - Pietro Rivella, 80 anni, è cieco da quando ne aveva 25 e conduce a Jesolo con successo la sua attività di albergatore. Felice Tagliaferri è uno scultore di Bologna che vive grazie alle sue creazioni. Don Gerardo è un parroco musicista della provincia di Perugia. Le loro sono solo alcune delle 17 video-storie finora raccolte dalla Fondazione Lucia Guderzo di Loreggia, in provincia di Padova, per lanciare forte e chiaro un messaggio: “Non siamo speciali, siamo normali!”. Storie di normalità, appunto, per sfatare il luogo comune che essere ciechi significhi non poter essere autonomi e non poter coltivare aspirazioni e passioni.

Si può essere avvocati e insieme portare avanti l’azienda agricola di famiglia, sporcandosi le mani con la terra: lo dimostra l’avvocato Ghione di Saluzzo. “Tutti i lavori, a eccezione della guida delle macchine, li faccio io, orientandomi con gli altri sensi” racconta nel video. Ornella Longo e Michela Martini - una impiegata, l’altra casalinga -, sono due mamme che testimoniano come si possa gestire casa e famiglia pur non vedendo. L’iniziativa nasce per contrastare le accuse di finzione rivolte troppo spesso alle persone non vedenti, solo perché autonome. “Il fraintendimento nasce dall’idea diffusa dall’Unione italiana ciechi, che a forza di dire che la cecità è una cosa gravissima ha ingenerato nell’opinione pubblica l’idea che una persona non vedente non possa far nulla - spiega il presidente della Fondazione, Davide Cervellin -. Perciò abbiamo voluto che una delle prime attività della nostra fondazione, impegnata a favorire l’autonomia delle persone disabili, fosse di raccontare la vita delle persone cieche nei piccoli gesti quotidiani”. La storia di Rivella, per dirne una, è “l’esempio lampante di come si possa davvero avere successo nella vita, con impegno e dedizione. La disabilità non è un alibi per non fare, ma un motivo in più per fare”.
E per assicurarsi che il messaggio arrivi forte e chiaro a chi di dovere, la Fondazione ha inviato i filmati a tutte le guardie di finanza, “che in qualche caso segnalando falsi ciechi ha preso un abbaglio – precisa il presidente -, perché appoggiare correttamente la tazzina del caffè sul piattino non vuol dire che si è in grado di vedere”. I video, curati da Cervellin nella sceneggiatura e realizzati dal video maker Graziano Roana, stanno raccogliendo centinaia di visualizzazioni su Facebook, ma dalla Guardia di finanza a oggi non c’è stato alcun riscontro. Il prossimo obiettivo è di diffondere il materiale nelle scuole in occasione della giornata mondiale della disabilità del 3 dicembre.
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