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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

domenica 8 maggio 2011

"Addio alla carrozzina". Monique van der Vorst racconta la sua vittoria più grande.

La ciclista è stata sulla sedia a rotelle per 12 anni, ma lo scorso novembre è tornata camminare. In questi giorni l'atleta è nelle Marche, invitata dal Panathlon International club di Senigallia. "Avevo smesso di credere che un giorno sarei tornata a camminare con le mie gambe. Ora sogno le Olimpiadi a Rio de Janeiro nel 2016"
SENIGALLIA - "Per tre anni ho sperato e lavorato tanto per alzarmi dalla carrozzina, ma non ho avuto successo. Avevo smesso di credere che un giorno sarei tornata a camminare con le mie gambe. Ora, invece, sogno tante cose, soprattutto desidero andare alle Olimpiadi a Rio de Janeiro nel 2016". A parlare così è Monique van der Vorst, l'atleta e campionessa paraolimpionica tornata a camminare lo scorso novembre con le proprie gambe, dopo essere stata in carrozzina per circa 12 anni. In questi giorni, la ciclista è nelle Marche, invitata dal Panathlon International club di Senigallia con la collaborazione degli altri club della regione e del Comitato organizzatore della maratona Collemarathon Barchi - Fano.
"La sua vita ha un valore educativo che credo sia importante diffondere il più possibile, soprattutto tra i giovani che praticano sport" dice il Presidente del Panathlon senigalliese Paolo Pizzi. Ecco perché, in questa sua visita nelle Marche, Monique ha incontrato diverse scuole, come quelle di Fano, Pesaro e Senigallia ed è stata accolta dalle istituzioni, come dal Consiglio comunale di Cartoceto che la farà addirittura Ambasciatrice in Olanda dell'olio d'oliva di Cartoceto.
Non mancano, però, gli appuntamenti con lo sport. Ogni giorno, infatti, sono previste alcune ore di allenamento in vista della maratona Barchi - Fano che si svolgerà domenica. "Ieri Monique si è allenata facendo ben 80 chilometri in bicicletta in circa due ore e mezzo: davvero un buon risultato sottolinea il dottore Stefano Ripanti, membro del Panathlon club di Senigallia - ma domenica non potrà correre per tutta la maratona: Monique farà i primi 4 o 5 chilometri, poi circa 37 in bici e l'ultimo lo farà di nuovo di corsa, per giungere all'arrivo con gli altri partecipanti". Durante la gara, inoltre, Monique sarà accompagnata, come segno di vicinanza sportiva, dalla campionessa italiana di maratona Laura Giordano.
Classe 1982, Monique è nata nei Passi Bassi e all'età di 13 anni, mentre giocava ad hockey su prato ha avvertito dei dolori alle gambe. Ha dovuto subire così un'operazione che, però, l'ha portata a stare in carrozzina. "In questa nuova vita - ricorda Monique - pensavo solo a migliorare fisicamente e a ristabilirmi. A un certo punto, però, ho smesso di puntare a tornare a camminare e mi sono concentrata sul dovere andare avanti in questa situazione". E così ha continuato a praticare sport, raggiungendo traguardi d'alto livello come le due medaglie d'argento alle Paraolimpiadi di Pechino (2008) e il titolo ai campionati del mondo di triathlon per disabili alle Hawaii. L'anno scorso, durante degli allenamenti a Maiorca, è stata investita da una bici. In seguito all'operazione che ha dovuto subire, è tornata a camminare. "Ho sentito dei formicolii alle gambe - ricorda ancora Monique - prima una poi l'altra e per prima cosa ho chiamato i dottori e poi i miei genitori". Un risultato che ancora i medici non riescono a spiegarsi. "Da un punto di vista medico bisogna ricordare che Monique aveva un principio di sclerosi - spiega il dottor Ripanti - ed è quindi difficile capire come possa essere regredita questa malattia, tanto da permetterle di camminare".
Ora la vita di Monique è cambiata di nuovo: "Ho tutto e sento di volere ridare qualcosa indietro. Vorrei vincere tutto - dice ridendo - ma è un'emozione speciale trovarsi tra gli altri atleti, come è successo alla maratona di Roma, il 20 marzo. Stare lì mi dava ancora più coraggio". Domenica, dopo la Fano - Barchi, Monique ripartirà per i Paesi Bassi, dove studia. Naturalmente, Scienze motorie. E alla domanda se abbia visto delle differenze tra il suo paese e l'Italia in materia di barriere architettoniche, risponde: "Ancora non ho visto bene Senigallia o altre città, ma in Olanda ce ne sono sempre troppe".
Tratto da SuperAbile

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