Approccio emotivo:
cosa proviamo davanti ad un disabile?
Al di là della percezione di quanto e come la
disabilità sia diffusa nel corpo sociale, per la maggior parte degli
italiani l’incontro con essa è episodico, o comunque circoscritto nel tempo e
nello spazio. Si tratta chiaramente di momenti che spesso hanno prodotto
reazioni emotive intense e articolate, che nell’ambito della ricerca si è
tentato di approfondire: pensando all’ultima volta che si sono trovati a
relazionarsi ad una persona con disabilità , gli italiani intervistati
hanno indicato di aver provato, con diverse intensità , una gamma varia di
sentimenti ed emozioni. Il sentimento che con maggior frequenza i rispondenti
hanno dichiarato di aver provato con il massimo dell’intensità (risposta
“molto”) è la solidarietà , per tutte le difficoltà e i problemi che
la disabilità crea: si è espresso in questi termini il 91,3% del
campione, mentre il 7,3% ha dichiarato di aver provato questo sentimento “un
po’” e l’1,4% di non averlo provato per nulla. Indicazioni numericamente molto
simili, e dunque ampiamente maggioritarie, si rilevano a proposito del
desiderio di rendersi utili e aiutare (l’82,7% lo ha provato molto) e
dell’ammirazione per la forza di volontà e la determinazione che la
persona dimostrava (molto secondo l’85,9%). Per la metà del campione (il
50,8%) la relazione con persone disabili non rappresenta un evento
particolarmente sconvolgente, ed è infatti questa la quota di indicazioni
“molto” per l’item “tranquillità , Le capita spesso di avere a che fare
con persone con disabilità ”, sentimento provato solo un po’(33,1%) o per
nulla (16,1%) dall’altra metà dei rispondenti. Nel complesso questi dati
delineano uno scenario piuttosto articolato, per cui se da una parte in grande
maggioranza gli italiani riferiscono di aver provato, quando si sono
relazionati a persone con disabilità , sentimenti positivi, quali la
solidarietà , la ammirazione e il desiderio di rendersi utili, e la
metà del campione si è sentita tranquilla, di fronte ad una situazione
“normale”, emergono però anche forme più o meno intense di disagio, di fronte
alla persona disabile. Anzitutto la paura, perché la persona disabile evoca
ancora in chi la guarda una sofferenza che si teme di dover sperimentare e più
di 8 italiani su 10 la provano, molto o solo un po’, così come si registra in
settori ampi della popolazione anche la difficoltà a costruire con le
persone disabili una relazione, che rimane evidentemente schiacciata tra la
solidarietà umana e la paura che nel contempo la disabilità
suscita, e che si concretizza nella difficoltà a costruire quella empatia
che non lasci spazio ad equivoci, offese, o compassioni indesiderate. Infine,
seppure ampiamente minoritario, va rilevato l’atteggiamento di indifferenza
che, con intensità differenti, 2 italiani su 10 riferiscono di provare, e
che pare il segno di una rimozione della questione, una sorta di chiusura
individualistica, con ogni probabilità da ricollegare alla paura della
disabilità, dal momento che si rileva in quote più alte tra i rispondenti più
anziani, statisticamente più esposti al rischio di doversi confrontare
direttamente con il problema. Le opinioni raccolte specificamente a proposito
del livello di accettazione sociale di cui godono le persone con
disabilità intellettiva riflettono in parte quanto rilevato a
proposito delle emozioni provate in prima persona. La maggioranza degli
intervistati, il 66,0%, ritiene infatti che le persone con disabilità
intellettiva siano accettate solo a parole nella società , ma che nei
fatti si tratti di persone spesso emarginate. Quasi un quarto del campione (il
23,3%) condivide un’opinione ancora più negativa, e ritiene che non ci sia
nessun genere di accettazione sociale per queste persone, che la
disabilità mentale faccia paura e che queste persone si ritrovino quasi
sempre discriminate e sole. E’ invece il 10,7% degli intervistati ad avere una
visione particolarmente rosea di questo tema, a ritenere che queste persone
siano in genere bene accettate e che ci sia nei loro confronti
disponibilità all’aiuto e al sostegno.
Tratto da www.fondazioneserono.org
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