.

Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

domenica 5 giugno 2011

In coma dopo un intervento. La moglie pronta a sospendere il nutrimento artificiale

Un banale intervento ai denti lo ha fatto entrare in coma irreversibile. È accaduto un anno fa ad un architetto di 42 anni nel catanese un anno. La moglie oggi protesta davanti all'ospedale "Garibaldi", dov'è iniziato il calvario, e si dice pronta a sospendere il nutrimento artificiale se lo Stato non si prenderà cura di lui e non sarà fatta giustizia. "Non attenderò che mio marito soffra per 20 anni senza speranza e senza giustizia"
CATANIA - Giuseppe Marletta ha 42 anni, fino al 1 giugno del 2010 era un brillante architetto e padre di due figli piccoli. Esattamente un anno fa si è sottoposto ad un banale intervento di rimozione di punti dalla bocca ma qualcosa è andato storto. E' entrato in coma irreversibile e oggi è in "stato neurovegetativo persistente". La moglie Irene Sampognaro è pronta a chiedere la sospensione del nutrimento artificiale a suo marito se lo Stato non si prenderà cura di lui e se non sarà fatta giustizia. E' una storia dura quella dei coniugi Marletta, destinata ad essere ascoltata ancora a lungo dall'opinione pubblica. "Capisco Peppino Englaro solo oggi, perché solo quando si è dentro una situazione del genere si comprende l'enormità del dolore che provano i nostri cari e che noi proviamo per loro - spiega Irene, commossa, devastata e al contempo sostenuta da una rabbia incontenibile -. Non attenderò che mio marito soffra per una ventina di anni e oltre senza alcuna speranza, e senza giustizia. Le istituzioni hanno ucciso mio marito e le istituzioni dovranno trovare una soluzione, per poter consentire di sfruttare almeno un'ultima carta. E poi voglio verità. Che fine hanno fatto le indagini interne dell'ospedale? E a che punto è la magistratura? Se non succederà nulla intraprenderò la stessa strada di Peppino Englaro. Sono decisa".
Giuseppe Marletta non è quasi mai cosciente anche se pochi mesi fa ha dato dei segnali importanti di riconoscimento dei suoi cari. E' immobile, tracheotomizzato e aspirato ogni due ore circa ("Quando viene aspirato assume un'espressione di terrore - raccontano i parenti - è una sofferenza gravissima per lui"), nutrito col sondino, viene spostato dal letto alla sedia a rotelle e ha perso venti chili. Soffre e questo la scienza lo può dimostrare. Irene Sampognaro è un'insegnante e consegna ogni mese quasi la totalità del suo stipendio, circa mille euro, per mantenere il marito in una struttura specializzata a Catania. Ma poco prima il ricovero era stato effettuato in un centro di risveglio a Cefalù: "Oggi mio marito deve fare i conti con una piaga enorme, di circa 10 cm di grandezza, che gli lascia scoperto l'osso sacro. L'ha sviluppata proprio a Cefalù, ma noi non ne sapevamo nulla. A causa di questa ferita al momento non sarebbe possibile portarlo in Israele, per provare la cura del medico Vitali Vassiliev. Ma è lo Stato che dovrebbe aiutarmi in questa eventuale impresa, costosissima e difficile". Il ministero della Sanità è stato contattato più volte, anche tramite il sottosegretario alla Salute Roccella, ma ha comunicato di non poter partecipare ai costi. Oggi, ad un anno di distanza dalla tragedia, Irene Sampognaro accompagnata dai suoi cari ha protestato davanti l'ingresso dell'ospedale "Garibaldi" di Catania, nel quartiere Nesima.
(Rosa Maria Di Natale)
(1 giugno 2011)
Tratto da SuperAbile

Nessun commento:

Posta un commento