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Ogni individuo sia valorizzato in quanto persona e non per quello che produce

domenica 21 ottobre 2012

Bertolucci: nuova voce a favore della disabilità.

«Diventare disabile significa entrare in una condizione nuova e difficile. All’inizio mi sono auto-recluso, poi grazie anche al mio nuovo film, ho scoperto che potevo avere una vita normale». Firmato il premio Oscar Bernardo Bertolucci. Poche parole per raccontare una nuova vita, quella di chi, per malattie o traumi si siede su quella poltrona con le ruote che, più o meno confortevolmente, accompagna la quotidianità di 250 mila italiani. Benvenuto Maestro… benvenuto in un girone infernale fatto di gradini, sguardi incuriositi, diritti calpestati… di ex presidenti di società pubbliche che bucano le gomme.
Nel leggere sul blog di Fiamma Satta Diversamente Aff-abile la sua testimonianza ho pensato: «Caspita, un altro grande che si accorge delle difficoltà di vivere la disabilità nelle città italiane…» (leggi Bertolucci ad Alemanno: «Caro sindaco,lei umilia ogni giorno i disabili»). Eh sì, un’altra freccia nella faretra di chi contro le barriere architettoniche infrange i propri sogni, i propri diritti, la propri voglia di vivere. Come Pino Buongiorno, grande inviato che ha raccontato al settimanale Oggi e su questo blog la sua storia di neo disabile, come Candidò Cannavò che con il suo libro E li chiamano disabili ha aperto una finestra sul mondo della disabilità oppure come Stephen Hawking icona vivente di quanto possa essere grande l’abilità nella disabilità.
Benvenuto Maestro, perché come fa dire a Lorenzo, adolescente difficile del suo nuovo film, «Normale vuol dire niente». Esistono molteplici normalità e lei ce lo ricorda: «Confesso di avere sempre provato affetto e curiosità per tutti coloro che vengono definiti “diversi”: socialmente, culturalmente e sessualmente. Il mio lavoro mi ha portato molto lontano e ogni volta mi sono innamorato delle culture che andavo scoprendo, così diverse dalla mia». Ha mai pensato che potesse esistere una cultura della disabilità? Esiste, è nascente, è frutto della consapevolezza che le persone con disabilità sono prima di tutto Persone.
Lei Maestro lo ha dovuto capire sulla sua pelle, cosa significa diversità. E’ entrato in una nuova condizione, si è autorecluso elaborando l’intimo lutto della sua nuova vita e poi si è riaperto con curiosità al mondo. Ma non tutti ce la fanno. Non tutti trovano la forza e la voglia di rialzarsi moralmente in piedi. Lei ha affrontato a muso duro il sindaco Alemanno accusandolo di «Umiliare i disabili» sfruttando per una giusta causa il tam tam dei media, strumento che migliaia di invisibili non riescono ad avvicinare. Lei Maestro ha gridato dai giornali «Caro Sindaco, Lei chiude la porta in faccia a tutti quei turisti, e non credo siano pochi, che arrivano in sedia a rotelle per visitare il famoso Campidoglio. Forse non se ne rende conto ma Lei ogni giorno, puntualmente, manca di rispetto a chissà quanti disabili…». E non solo turisti.
Pensi e guardi con attenzione a quelle famiglie accampate davanti ai palazzi dei potenti a protestare… alle loro voci rese silenziose dall’indifferenza, dalla voglia di non vedere. Pensi a quelle madri e padri che assistono i figli non autosufficienti e che non sanno a chi affidare il proprio figlio una volta che saranno defunti. Caro Maestro ora lotti con noi per vincere le battaglie più importanti per chi vive una disabilità e non ha la forza per reagire.
Tratto da invisibili.corriere.it 
 

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